Ferdydurke - Dialoghi sul romanzo #02 - L’ATELIER DU ROMAN.

Autoanalfabeta University of Utopia 31 gennaio 2015 01. Autoanalfabeta University of Utopia
Ferdydurke - Dialoghi sul romanzo #02 - L’ATELIER DU ROMAN.

L’idea di dare vita nel 2006 al Seminario Internazionale sul Romanzo (SIR) all’Università di Trento, dove tutti possono diventare allo stesso tempo docenti e discenti e dialogare liberamente, senza nessuna pompa accademica, è alla base della mia esperienza a Parigi durante gli anni Novanta del secolo scorso, allorché mi imbattei senza alcun merito e molta fortuna in Milan Kundera. Nel 1980 Kundera arriva a Parigi, si insedia all’École des Hautes Études e lì comincia a formare un gruppo di persone provenienti da molti paesi. Beh, formare forse non è la parola esatta. Diciamo che si attornia di persone che gli vanno a genio per leggere e discutere quello che lui ha chiamato «il romanzo europeo dei Tempi Moderni». Il seminario di Kundera, dopo aver promosso i primi numeri della rivista “L’Atelier du roman”, nata nel 1993, si concluderà nel 1997, mantenendo sempre le stesse caratteristiche: una brigata cosmopolita di lettori che fanno molte domande – che imparano a domandare -, molto umorismo, proverbiale discrezione, consapevolezza - sempre più acuta - che il romanzo moderno è un’arte con una sua storia e che questa storia sarà possibile finché ci sarà qualche lettore che imparerà a farsi domande su che cosa esplora l’arte del romanzo».

Il SIR, come del resto a suo tempo il seminario parigino, si occupa del romanzo: di Rabelais e Cervantes come di Musil e di Rushdie, ma anche di molti altri autori contemporanei italiani e stranieri, senza distinzione di patria e di lingua. Del resto queste distinzioni, oggi più di ieri, non hanno alcun senso. La storia del romanzo è sempre stata sovranazionale - come quella di ogni altra arte. Perché in piena globalizzazione, il romanzo dovrebbe nazionalizzarsi, provincializzarsi? Perché dovremmo eliminare le diverse civiltà? In nome di che cosa?

Certo, lo so, il lettore, l’uomo che legge, questo esemplare sempre più in via d’estinzione, oggi è alquanto confuso. Una bussola? Il Nord è avanzare verso il passato: senza Rabelais non si capisce nulla di Gombrowicz. E viceversa.

Massimo Rizzante

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