Store Europa

4 aprile 2020 Noterelle dai luoghi del Carogna-Virus
Store Europa

Store Europa

Che l’Unione europea in realtà non esistesse e che fosse una sorta di distopia molesta e bancaria con cui occorreva confrontarsi ad ogni passo e spesso per faccende del tutto inutili a me era chiaro da tempo.

Sia chiaro, io sono un europeista convinto, di quelli che si commuovono ogni volta che mettono piede a Ventotene, ma i dati paiono persino a me inoppugnabili.

Molte cose sono state certamente fatte al contrario di quello che il semplice senso comune avrebbe suggerito, come creare una moneta senza che ci fosse uno Stato prima e dietro di essa (quindi un medesimo sistema di leggi e norme, prima di tutto fiscali), con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, per le quali i paesi più ricchi divengono sempre più ricchi e quelli poveri sempre più poveri, esattamente come avviene nei singoli stati membri.

Molte altre cose sono state immaginate, come un corpus di leggi uniche e diffuse in modo omogeneo, ma sono state realizzate malissimo, pretendendo di portare sull’altra riva del fiume sia la capra (la legislazione europea) che i cavoli (le legislazioni nazionali). Abbiamo dei confini comuni, ma in realtà non siamo federati, non siamo riusciti neanche a darci una Costituzione, saremmo l’Europa unita, ma in realtà sembriamo un branco di bestie feroci ostili, rinchiuse nel medesimo territorio di caccia.

Altre cose ancora sono state, vergognosamente, usate come mascheratura (la solidarietà, l’interconnessione, lo scambio di saperi e risorse, i valori comuni, ecc..) per celare che in realtà quella che si stava davvero realizzando non era altro che un’unione finanziaria delle banche centrali e delle classi abbienti, a tutto detrimento delle classi (e dei paesi) poveri in nome dello stesso neoliberismo selvaggio che dilaga ovunque (e che probabilmente è la pandemia più pericolosa di tutte, che di morti ne ha già fatti decine di milioni, ad essere ottimisti).

Quello che sta accadendo con l’avvento dell’Era del Carogna-Virus, poi, non ha che consolidato certe mie impressioni: lo scontro di quelli che recentemente Stefano Feltri ha chiamato opposti sovranismi, le frontiere chiuse, gli sgambetti reciproci per procurarsi le strumentazioni mediche, le tirchierie dei forti e i tentativi dei deboli di portare a casa più elemosina possibile, sin l’incapacità di mettersi d’accordo su quali dovessero essere le caratteristiche da individuare per stabilire chi muore davvero A CAUSA del Carogna-Virus e chi semplicemente ci lascia CON il Carogna-Virus...

Potrei continuare a lungo. L’Europa non c’è: non c’era prima del Carogna-Virus, non c’è durante e, probabilmente, non ci sarà dopo.

Ora sembra che qualcosa stia cambiando, ma ho il sospetto, machiavellico, che questa faccenda di tanti falchi che si mutano in colombe sia dovuta all’irrespingibile e angosciosa sensazione che un devastante effetto domino sia acquattato dietro l’angolo: lascia cascare la prima tessera e tutte le altre, inevitabilmente verranno giù. Meglio tardi che mai, certo, ma tutto ciò con un reale sentimento di unità e solidarietà ha ovviamente ben poco a che fare. L’epidemia è stata come un sasso precipitato sul verminaio. Ora niente vermi per un po’, poi quando tutto sarà finito, un calcio al sasso e...

Una splendida allegoria di quest’Europa è probabilmente un negozio (che potremmo dunque chiamare Store Europa) che sta a cavallo del confine tra il Belgio e il Nord Brabante olandese, nel Nassau, di cui parlava l’ANSA giorni fa. Mezzo negozio sta in Olanda, mezzo in Belgio. La parte olandese è rimasta aperta, quella belga chiusa e il proprietario ha dovuto dividere a metà il suo esercizio, con conseguenze deliranti.

In quest’Europa che non ha abolito solo il patto di stabilità, ma anche Schengen, la faccenda diventa imbarazzante viste le differenti norme contro l’epidemia istituita dai due paesi, peraltro già uniti, prima dell’EU, nel BeNeLux. «Se i clienti hanno bisogno di qualcosa dal negozio che si trova nella parte belga al momento non possono farlo. Il negozio ha inserito un nastro al suo interno per indicare il confine. "Avevo bisogno di biancheria intima, ma è nella parte belga del negozio, quindi non sono riuscito a ottenerla", ha detto un cliente olandese.» Store Europa, l’Unione europea, in realtà, è messa così.

Peccato che l’Europa, la solidarietà europea, sia l’unica carta che abbiamo davvero in mano per il dopo Carogna-Virus, se pure ci sarà, anche a costo che, per salvarci e restare umani, i poveri siano meno poveri e i ricchi meno ricchi. Non mi sembra sia poi un gran prezzo da pagare, a meno che, in vista di un futuro meno affollato, non si voglia consigliare ai più poveri di utilizzare per i pasti la nota ricetta della swiftiana Modest proposal, accettando però che qualcuno di loro, sempre swiftianamente, dopo aver letto le sue Istruzioni alla servitù, prima di servirci al tavolo, ci sputi nel piatto e magari ci contagi.

L’ANSA la trovate qua

Altro in Noterelle dai luoghi del Carogna-Virus

Altro in Teoria e critica