Bastano tre punti ad individuare un piano. Tra le mani io sospetto di averne anche qualcuno in più. I primi due me li fornisce un post inviato qualche mese fa ad Indymedia da un non identificato Franti, un signore, certamente un professionista della contro-informazione, che a volte regala chicche.
Lì si dice che in Piazza Alimonda, a comandare le jeep e i reparti coinvolti nell’assassinio di Carlo, c’erano due ufficiali dei Carabinieri che operavano insieme – in posizione di comando – in Somalia, durante i vergognosi giorni di Restor Hope e dell’omicidio di Ilaria Alpi, e che per questo erano rimasti coinvolti nelle successive inchieste. Controllo… Tutto vero… E allora mi domando alcune cose. Per esempio: che strana carriera parallela lega questi due uomini e li tiene uniti, dal Porto Vecchio di Mogadiscio fino a Genova Foce, e poi che ci facevano due militari così esperti in compiti di polizia militare a fare ordine pubblico, controllando i ragazzi dei Centri sociali? Non era meglio impiegarli contro i terroristi, nella Zona Rossa? Provo a cercare da me e forse capisco che ho trovato un terzo punto, visto che a comandare la prima carica contro il corteo del Carlini è un funzionario della Polizia di Stato che a Genova ci è finito – riferisce l’Ansa – perché trasferito dopo una brutta storia di traffico d’opere d’arte. Per carità, roba vecchissima, ma non c’era un funzionario con un curricolo migliore da mettere lì, dove tutti sapevano e dicevano che ci sarebbero stati i momenti più critici? Lasciamo stare, e lasciamo stare pure che a voler riprendere in mano il post di Franti dovremmo ammettere di avere tra le mani anche un quarto punto, visto che a legare il caso Alpi e quello Giuliani è anche un perito in condominio, il dott. Torre. Coincidenze, certo, ma sono tante e sono coincidenze a cui si sommano indiscrezioni che danno ormai per certa l’archiviazione del procedimento contro Mario Placanica sulla base delle quanto meno ardite ipotesi del Dott. Balossino a proposito del sasso che devia il proiettile. In barba a ciò che si vede, dobbiamo credere a complicate ricostruzioni virtuali, puntellate, a quanto dicono convergenti voci di corridoio, dalla singolare teoria fisica secondo la quale – nel caso Giuliani – il suono sia stato registrato prima della luce, come dire: prima il tuono e dopo il lampo. Sarà… io non sono un esperto, conosco appena la geometria, ma non è colpa mia, se, unendo tutti questi punti, non posso fare a meno di individuare un piano.
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