Costume e società

Le foto mancanti di Woytila

Quando qualcuno ci lascia è civile ed educato rammentare prima di tutto quanto di buono costui abbia fatto in vita. Ma non è saggio dimenticarsi di quanto male egli abbia eventualmente commesso. So di essere una voce stonata nel coro commosso, ma non posso trattenermi dal pubblicare qui e proprio ora le foto del Papa con Augusto Pinochet.

La commozione non aiuta il pensiero, spesso si limita ad inquinarlo. Quando, qualche tempo dopo questi scatti, Giovanni Paolo II intervenne ufficiosamente presso il governo inglese per impedire l’estradizione del macellaio cileno in Spagna, perchè fosse processato per l’assassinio di alcuni cittadini spagnoli, Le Madri della Piazza di maggio ricordarono a tutti quelle foto (davvero impressionante quella dal balcone della Moneda a cui si affacciò Allende prima di essere trucidato) e scrissero una durissima lettera di cui riporto qui i brani secondo me più pregnanti:
«Ci rivolgiamo a Lei come ad un cittadino comune perché ci sembra aberrante che dalla sua poltrona di Papa nel Vaticano, senza conoscere né aver sofferto in carne propria il pungolo elettrico (picana), le mutilazioni, lo stupro, si animi in nome di Gesù Cristo a chiedere clemenza per l’assassino. (…)Signor Giovanni Paolo, nessuna madre de1 terzo mondo che ha dato alla luce un figlio che ha amato, coperto e curato con amore e che poi è stato mutilato e ucciso dalla dittatura di Pinochet, di Videla, di Banzer o di Stroessner accetterà rassegnatamente la sua richiesta di clemenza.

Noi La incontrammo in tre occasioni, però Lei non ha impedito il massacro, non ha alzato la sua voce per le nostre migliaia di figli in quegli anni di orrore.

Adesso non ci rimangono dubbi da che parte Lei stia, però sappia che sebbene il suo potere sia immenso non arriva fino a Dio, fino a Gesù.

Molti dei nostri figli si ispirarono a Gesù Cristo, nel donarsi al popolo.

Noi, la Associazione “Madres de Plaza de Mayo” supplichiamo, chiediamo a Dio in una immensa preghiera che si estenderà per il mondo, che non perdoni Lei signor Giovanni Paolo II, che denigra la Chiesa del popolo che soffre, ed in nome dei milioni di esseri umani che muoiono e continuano a morire oggi nel mondo nelle mani dei responsabili di genocidio che Lei difende e sostiene, diciamo: No lo perdone, Señor, a Juan Pablo Segundo.

Asociación Madres de Plaza de Mayo»

Di questo Papa certamente la storia terrà memoria, ed anche per la sua difesa della pace negli ultimi anni di pontificato, ma se memoria ci deve essere che sia completa.

Faccio questo in Memoria di Violeta Parra, di Monsignor Romero e di tutti gli innocenti -uomini, donne, vecchi, bambini – massacrati dal fascismo in America Latina senza che una volta sola la voce della condanna si sia levata dal seggio del successore di Pietro.

Lello Voce – Poeta