Che dire, svegliandosi da un brutto sogno (quello di dover morire sotto il Regno di Berluscone Primo) e ritrovandosi in un incubo (quello di vivere in un’Italia catto-integralista)? E’ dunque questa nostra ancora, o meglio, di nuovo, l’Italia del Papa Re? L’Italia del Sillabo? O peggio ancora quella delle brigate della Santafede, che massacrarono i giacobini napoletani in nome della Croce? Vi sembra che ci vada giù duro? Forse. Ma il risultato dei referendum è troppo esplicito per non dargli il peso dovuto. O per tentare le scappatoie che si appellano a questo o a quel trucco dei cattivi che stanno al Governo. I numeri sono espliciti. A volersi tenere una legge come questa, una legge oscurantista, confusionaria, barbara, profondamente lesiva dei diritti della donna, nemica della scienza e della ricerca è stata l’assoluta maggioranza degli italiani. Che ha creduto a Giovanardi, che gridava all’eugenetica nazista, e non al racconto dei tanti a cui questa legge renderà impossibile essere genitori con dignità; che ha creduto a Ruini e a Ratzinger, in nome di Dio, e non a Margherita Hack e ai Valdesi, in nome della Ragione. Un’Italia che tra poco cambierà idea anche sull’aborto, magari sul divorzio, e poi sulla laicità dello Stato. Eppure è un’Italia che in chiesa va poco, ma che poi si riscopre credente ad appuntamenti fissi, iper-mediatici, o di convenienza. Un’Italia bigotta, più che credente, un’Italia pre-risorgimentale, quasi basso-medievale. Un’Italia in cui si presterebbe fede piuttosto a Pio IX che a Galilei e Machiavelli, che ancora non si merita Giordano Bruno. Eppure la maggioranza elettorale è fatta di donne. Ma in loro difesa non hanno votato nemmeno loro…
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