Io non so se Caterina Bonci, insegnante di Religione a Fano, sia davvero così carina come dicono le cronache. Non so nemmeno se le sue minigonne siano tanto corte da far scandalo nella scuola di un paese in cui il Governatore della Banca d’Italia non ha nemmeno il pudore necessario per andarsene dopo essere stato sfiduciato da tutta Italia e da tre quarti d’Europa. Su altre cose invece, non ci sono dubbi. La bella Caterina è divorziata consensualmente da un bel po’ di tempo e nessuno aveva trovato niente da ridire. Ora, però, dopo che ha vinto il concorso per entrare di ruolo nella scuola, la Diocesi gli ha ritirato l’idoneità necessaria, perché, come ha sostenuto con arroganza il responsabile diocesiano don Alcide Baldelli: «le divorziate non hanno l’idoneità all’insegnamento della religione cattolica.». In più, dicono le malelingue, pare che la reproba indossasse minigonne. Proprio così, questo è uno dei tanti aspetti smaccatamente anticostituzionali che regolano l’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole statali. Noi abbiamo pagato lo stipendio per 14 anni alla maestra Bonci, ma a licenziarla è stato Sua Eminenza il Vescovo di Fano, il quale si è guardato bene di chiedere il parere di qualsivoglia Ufficio Scolastico, e non lo ha fatto perché la bella Caterina abbia lavorato male, ma solo perché è divorziata e si mette la minigonna. Storia edificante per la scuola di uno stato laico e repubblicano che garantisce l’eguaglianza di tutti i suoi cittadini davanti alla legge. A quando gli esamini di morale cattolica anche per gli insegnanti di Lettere (che devono spiegare Dante) e la Professione di Fede per quelli di Inglese (vuoi mai che fossero Protestanti)?
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