Due notizie buone ed una cattiva. Quella cattiva è che l’Unione ha vinto le elezioni solo per un soffio, forse per meno, e questo significa alcune cose: che è stata capace di bruciare molto di quanto aveva sinora guadagnato grazie ad una fine di campagna dissennata e che per metà degli italiani, nonostante tutto, è meglio Berlusconi, piuttosto che vivere in un paese normale, in cui si pagano le tasse, si avanza per merito, si è solidali e laici, anziché egoisti e xenofobi e che tale metà, chissà perché, teme più l’indeterminato (per quanto ci riguarda) fantasma comunista, che il concreto e storicissimo lemure fascista. La prima buona notizia, invece, è che Prodi ha vinto grazie a poco più di 25.000 voti alla Camera, voti che sono, con buona probabilità, i voti dei giovani, dei precari, degli studenti, degli stessi che hanno appena vinto in Francia, e al Senato, invece, ha ribaltato il risultato grazie ai voti degli italiani all’estero, a quelli che una volta si chiamavano immigrati. E a me piace immaginare che tra essi ci siano anche quelli di tutti i giovani ricercatori che le miopi politiche di questo Governo hanno costretto a cercar fortuna all’estero, facendo dissipare alla nostra nazione un vero patrimonio di cultura e intelligenza. Prodi farà bene a tenerne conto. La seconda buona notizia è che gli exit poll sono falliti perché, mentre gli elettori di sinistra non hanno problemi a dichiararsi, quelli di destra tendono a nascondere il proprio voto. Insomma votano Berlusconi e amici fascisti, ma se ne vergognano anche loro. E’ un buon inizio, meglio di niente.
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