Ci sono tre cose che non mi sono piaciute del viaggio papale in Polonia e ad Auschwitz. La prima è la lingua scelta per i suoi discorsi. Perché mai un papa tedesco in visita in una nazione in cui la sua lingua è di gran lunga l’idioma straniero più compreso, decide di parlare in italiano? Mi pare farisaico, l’italiano (e l’Italia) con il lungo e triste contenzioso che storicamente divide tedeschi e polacchi (non solo gli ebrei polacchi, ma i polacchi in quanto tali) non c’entra nulla: ci voleva troppo coraggio per parlar tedesco? Troppa fatica per imparare un discorso in polacco? La seconda cosa che mi ha lasciato basito è stata la nonchalance con la quale ha attribuito le colpe dell’olocausto a un gruppo di delinquenti. Non è così, purtroppo. Qualsiasi manuale di storia definisce nazismo e fascismo come regimi totalitari di massa e ricordo un bell’articolo della Rossanda che faceva giustizia del luogo comune secondo cui in Italia il fascismo (leggi razziali comprese) non avesse mai avuto un seguito popolare. La cultura tedesca laica certe cose le sa bene e non manca di sottolinearle. Ma il peggio è la domanda finale, in cui il Papa, non contento del farisaismo linguistico e storico-politico, si è esibito addirittura in un vero e proprio scaricabarile teologico: si è domandato perché la voce di Dio abbia taciuto sull’orrore dei lager. Bella domanda, il problema è, però, che a fornirci la risposta cattolica a questa domanda dovrebbe essere proprio lui, il Vicario di Cristo. Chi, sennò? Io, da laico, la mia risposta ce l’avrei, ma credo che sua Santità non la apprezzerebbe.
Previous Reading
Continue reading
[Delicatessen 77] I sogni dell'insegnante disobbediente
14 Ottobre 2006
Si sa che sognare non costa nulla ed io ho sognato che infine il Governo Prodi ci portasse un vero...
Next Reading
Continue reading
[Delicatessen 79] Lapubblicità è l'anima del commercio
14 Ottobre 2006
Mi rendo conto che la pubblicità è l’anima del commercio. E se è vero che questo nostro mondo è un...