In Italia c’è una Costituzione: una Costituzione che tutti dicono di rispettare. E in questa Costituzione si dice a lettere chiare, e in svariati articoli, che la nostra Repubblica ripudia il razzismo e ogni altra forma di discriminazione. E c’è anche una specifica legge che proibisce la ricostituzione del Partito Fascista. Nonostante tutto questo, però, e nonostante decenni di terrorismo neofascista che ha avuto cura, nelle sue obbrobriose stragi, di colpire la gente comune, in Italia è possibile che si tenga un raduno come quello del lago di Revine, organizzato dal Veneto Fronte Skinheads e cavallerescamente intitolato “Ritorno a Camelot”, dove sono giunti in migliaia da tutta Europa e che vantava come ospiti d’onore l’ineffabile Luca Romagnoli, leader della Fiamma tricolore, e Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza Posizione, inserito dai magistrati bolognesi nella prima lista degli inquisiti per la strage alla stazione di Bologna, promotore di una Guardia d’Onore alla tomba di Mussolini. Il tutto con il placet di Prefettura ed amministrazione locale. In un tripudio di croci celtiche e rune, il portavoce del movimento, Giordano Coracino, nega di essere un nostalgico del fascismo, dice di essere piuttosto proiettato «verso il futuro» e, visto il passato dal quale proviene, la cosa mi preoccupa molto. Il buon Coracino sostiene anche che ciò che dispiace di più ai rampolli ariani par suo è quello di essere considerati dalla gente comune come degli «inutili teppisti». Ed ha ragione, loro non sono affatto dei teppisti. Sono dei nazifascisti: che è molto peggio.
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