Politica e movimenti

[Legaville 18] Il Pro e Forza Nuova

Ci manca poco che lo eleggano Pro-Duce: il feeling, un feeling che dura da anni ormai, tra Forza Nuova e Pro-Sceriffo segna una nuova, tenerissima tappa. Naturalmente a proposito di ronde, di iniziative del Popolo Sovrano per salvare Treviso dall’attacco dell’illegalità immigrata e coloured. I forzanovisti sono entusiasti: anche se non lo dicono, ci vuole poco ad immaginare che sarebbero felici di parteciparvi, solo loro sanno celare tanto bene il sovversivismo e la violenza sotto la maschera dell’ordine e del perbenismo. Sai che tranquillità, per l’abitante medio di Legaville, sapere che a vegliare sui suoi sonni ci sono il Pro con la fionda anti-pantegana e i suoi camerati in camicia nera. Le guardie verdi-brune proteggono la città: sembra un incubo partorito da un film di Spielberg sulla Notte dei Cristalli. Peccato che entrambi, Pro-Duce e camerati suoi, vivano in una repubblica democratica ed antifascista, in cui a far rispettare l’ordine pubblico ci pensano Carabinieri e Polizia, che peraltro di tutto possono essere accusati tranne che di accanimento contro certe iniziative leghiste e/o forzanoviste. Mai saputo di leghisti o neo-fascisti venuti fuori dalle galere come i no-global da Bolzaneto. Ma in realtà il Pro-Duce e i camerati suoi avrebbero ben poco in comune. Basterebbe leggere l’ultima esternazione del Pro, affetto ormai da sindrome logorroica compulsiva. Il Pro-Duce non vuole gli Ispettori del lavoro mandati dal ministero a Nord Est. Che vadano in Terronia. E giù contumelie para-razziste sui meridionali che chiedono l’elemosina mentre i Veneti lavorano. Come faranno adesso i forzanovisti a dargli ragione? Loro sono il sangue sano d’Italia, di federalismo non masticano molto. Cosa mai può unire un condottiero secessionista come il Pro ai seguaci di D’Annunzio, Balbo, Mussolini e compagnia orrida? Quella era gente che l’Italia mica voleva dividerla: piuttosto allargarla sino Fiume e a tutta l’Istria. Gente che nel Sud ha un certo seguito. Nessuno ha avuto il coraggio di spiegare loro che per il Pro-Duce un romano, o un siciliano, valgono un ‘negher’? Altro che stirpe latina. Cos’avranno in comune costoro? Il mistero è fitto, a meno che a unirli non sia la comune passione per le maniere spicce ed il manganello. Un fascino vintage, che fa tanto ventennio.

Lello Voce – Poeta