Politica e movimenti

[Legaville 26] Minacce neofasciste ed omissioni legaiole

La solidarietà, la condanna e l’indignazione le diamo, stavolta, per scontate. La faccenda è tanto scandalosa da aver fatto sobbalzare e reagire persino un uomo notoriamente mite e misurato come Andrea Zanzotto che, quando può, di interventi politici fa volentieri a meno. Proviamo piuttosto a guardare più a fondo il significato delle minacce pubbliche dei neo-fascisti di Forza Nuova al neonato Centro sociale Ubik Lab di Ponzano. Che città è quella nella quale è possibile pensare di poter lanciare proclami del genere, facendola franca, o, addirittura, ricevendo il plauso di una parte di opinione pubblica? Eppure alcuni passaggi del testo sono davvero impressionanti: con tranquilla serenità, come se non fossero loro ad essere fuorilegge per almeno due leggi italiane, quella Scelba e quella Mancino, e quasi che il problema fosse essere contrari al razzismo, questi signori si lamentano che venga «permesso a questa amalgama antirazzista di riunirsi indisturbata», anche se detta ‘amalgama’ paga regolarmente l’affitto; blaterano sostenendo che sia un loro «obbligo civile e politico impedire l’insorgere di nuove problematiche quali quelle dello spaccio di droga e del vandalismo», come se qualcuno li avesse investiti di tale funzione; minacciano con tracotanza e dichiarano a chiare lettere che, se «sarà necessario», passeranno «alle vie di fatto, impedendo fisicamente a questa marmaglia comunista di agire indisturbata nel territorio della Provincia»; arrivano persino a scimmiottare il tono disgustoso dei proclami nazisti prima delle decimazioni: «a ogni loro azione ne seguirà una nostra opposta, di doppia intensità e triplicata ferocia». Tutto questo senza che una sola parola di condanna ufficiale giunga da certe Istituzioni. Che città è, vi chiedete? È Legaville, la stessa nella quale l’ineffabile Presidente circoscrizionale Tiziana Zampese, quella che, tempo fa, era comparsa in lacrime alla TV perché una scuola elementare statale non aveva allestito il presepe per rispetto degli alunni di altra confessione, rifiuta gli spazi per la presentazione di un libro sullo squadrismo a Treviso nei giorni della RSI, con la scusa che si tratta di temi politici, come se le Circoscrizioni non fossero una spazio pubblico e quindi politico, ma il salotto di casa sua, dove discutere di moda, o dell’amata equitazione. E allora tutto torna…

Lello Voce – Poeta