E adesso come faremo a scusarci, come faremo a chiedere perdono, noi, i normali, gli italiani, i cristiani, i ricchi, i cittadini con tutti i diritti, gli onesti, i miti? Come faremo a scusarci con Azouz l’extracomunitario, l’ex colpevole perfetto, con Azouz il pregiudicato, con Azouz l’indultato, con Azouz lo spacciatore? Come faremo a scusarci con Azouz, padre amoroso di Youssef, piccolo figlio musulmano massacrato da una donna italiana che poteva essere sua madre, come faremo a scusarci con Azouz, marito islamico, innamorato di Raffaella, accoltellata da un cittadino normale, un lavoratore onesto, un cristiano che voleva riposare e che non sopportava più il rumore di quella strana famiglia di arabi ed europei che convivevano e si volevano bene, con tutti i loro difetti e i loro sbagli, invero, al paragone, veniali? Come faremo a spiegare ad Azouz, che vuole vendetta, che la vendetta non serve, noi che di lui, della sua ‘diversità’, della sua presenza qui tra di noi, tra i giusti, tra i buoni, abbiamo tentato di vendicarci subito dopo che gli era stata massacrata la famiglia, sbattendolo come un mostro in prima pagina, sospettato di aver ucciso suo figlio e sua moglie, perché, si sa, dai tipi come lui c’è da aspettarsi di tutto? Come faremo a scusarci, come faremo a chiedere perdono, ad Azouz, noi che siamo tutti un po’ colpevoli nostro malgrado, se non chiedendo a Carlo, il cristiano papà di Raffaella, che ha il coraggio di perdonare gli assassini, di farlo per noi? Solo lui potrà portare le nostre scuse, la nostra vergogna, il nostro dolore sino ad Azouz.
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