Io non so come andrà oggi a Vicenza. Ovviamente mi auguro che vada tutto bene, cioè che ci sia tanta gente e tanta pacifica fermezza nel difendere un territorio già militarizzato sino al midollo. Ma non ne sono più tanto sicuro. Prima ne ero certo: come volete che vada una manifestazione senza simboli di partito, sostanzialmente trasversale alle ideologie e che ha come suo scopo di opporsi ad un fatto preciso e circostanziato? Non lo so più perché, di colpo, a seguito di qualcosa che con Vicenza non ha nulla a che fare, e cioè l’arresto di un bel mazzo di neo-brigatisti, sento nell’aria vibrazioni genovesi. Ed oltre a non sapere come andrà a Vicenza non so alcune altre cose: per esempio perché un Ministro dell’Interno sensibile come Amato, mentre riferiva alla Camera sulle BR, abbia ritenuto necessario esprimere timori di infiltrazioni violente nel corteo. Che c’entra Vicenza con le BR? E chi, se non il Ministero dell’Interno, dovrebbe aiutare questo movimento ad evitarle? Amato non può certo pensare di delegare il compito a massaie, studenti, anziani e lavoratori che sfileranno. Non so nemmeno perché Rutelli abbia ritenuto necessario evocare preventivamente la parola ‘repressione’, quasi fosse impegnato in un’imitazione dello Scajola pre-G8. Mi sarei aspettato piuttosto che entrambi ci avessero rassicurato su come intendono proteggere le migliaia di uomini e donne che oggi saranno lì, perchè il diritto a dissentire, e a manifestarlo, è il sale della democrazia, la quale non si salverà certo dal terrorismo terrorizzando coloro che sono in prima fila per difenderla.
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