Si sa che a Legaville non è che il governo Prodi goda poi di buona stampa. Tutto mi sarei aspettato però, tranne di scoprire che, pur di collaborare alla caduta dell’eretico Romano, c’è chi, nei giorni del sofferto dibattito al Senato, da Legaville si è spostato sino alla Capitale. Si tratta dei militanti cattolici integralisti del movimento ‘Con Cristo per la vita’, gli stessi che presidiano Ca’ Foncello, con stile molto americano, durante i giorni in cui si effettuano le interruzioni di gravidanza, i quali, coroncina in mano, con notevole sprezzo del pericolo (quello di essere travolti dalla diabolica e dissoluta aria della Dolce Vita) erano sotto Palazzo Madama a pregare la Vergine Maria perché facesse cadere il governo di libertini che vuole legalizzare le unioni omosessuali e minaccia la famiglia tradizionale. Alla faccia del Vangelo, che pur dice di dare a Cesare (e a Romano) quel che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio, loro erano lì, convinti che la Vergine avesse tempo per occuparsi degli interessi della Casa delle (loro) libertà e che ovviamente gli unici cattolici ad avere il filo diretto con i piani alti sono quei modelli di vita familiare cristiana che rispondono ai nomi di Casini, Berlusconi e compagnia convivente, essendo tutti gli altri, da Alex Zanotelli a Rosy Bindi, evidentemente dei comunisti mascherati, o dei seguaci del Divino Marchese sotto le mentite spoglie di missionari, o attempate signore ex-democristiane. A farsi un giro sul loro sito internet si scoprono un sacco di belle cose, ad esempio che in Italia e nel mondo è in atto una vera ecatombe, che non è quella provocata dalla fame e dall’ingiustizia sociale, che fa morire migliaia di bambini al giorno, bensì quella causata dalla fecondazione artificiale «perché la fecondazione artificiale va avanti a tentativi e per aver successo, per dare vita ad un bambino, bisogna pur disporre di qualche decina di embrioni, pronti all’uso. E da sacrificare». Ma non bisogna tirare conclusioni affrettate: tanto integralisti e omofobici non devono poi essere, visto che in testata del loro sito c’è un bel link alla canzone ‘La vita è un dono’ che quello stinco di santo di Renato Zero, notoriamente il più morigerato e familista dei nostri pop singer, ha dedicato al Papa, rinnegando evidentemente i tempi in cui cantava di triangoli che certo con la Trinità niente avevano a che fare.
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