L'esercizio della lingua Poesie 1991-2008

Le pratiche ibride di Lello Voce che rendono popolare la poesia – di Piero Santi

L’intenzione iniziale del poeta Lello
Voce era quella di realizzare solamente
un cd, il secondo dopo Fastblood
del 2004. Il caso ha voluto che
mentre stava lavorando al progetto,
la casa editrice Le Lettere gli proponesse
di stampare anche un nuovo
libro. Ma quando l’autore ha consegnato
la raccolta Piccola cucina cannibale,
l’editore si è trovato tra lemani
solo una decina di pagine. Cosa
del resto prevedibile perché Voce ormai
fa solo poesia su musica e quindi
il corpo dei suoi libri è inevitabilmente
smilzo. Il disco, però, era pieno
di registrazioni. È nata così l’idea
di pubblicare un’opera multimediale
– L’esercizio della lingua
(libro+dualdisc), pp. 150, euro
28,00, Le Lettere – dove la parte cartacea
è stata ampliata fino a diventare
un’antologia. Agli inediti sono stati
affiancati testi ormai fuori catalogo:
Fast Blood (2002), Farfalle da
combattimento (1999), I segni i suoni
le cose (1995), (Musa!) (1991).
UN «ORGANISMO»
Quello che doveva essere un normale
cd si è trasformato in un dualdisc,
un unico supporto che contiene in
un lato, quello audio, le registrazioni
delle nuove poesie (con le musiche
elettroniche di Frank Nemola e
il jazz libero di Paolo Fresu, Michael
Gross, Antonello Salis) e nell’altro,
che è dvd,unprezioso archivio sonoro,
riprese di letture dal vivo e video
originali diretti da Giacomo Verde.
Curiosa, sperimentale, esplorativa,
decisamente di indole amichevole e
perciò naturalmente predisposta ad
entrare in dialogo con le altre arti, la
poesia di Voce trova nella pubblicazione
di questo eccellente oggetto
ibrido la sua più compiuta e felice
realizzazione. A completarne i contenuti
c’è un interessante e approfondito
saggio di Marianna Marrucci
che racconta il coerente percorso
artistico e politico di Voce, mai in dispartemasempre
a perdifiato di parte:
«La semplicità è il comunismo
(che è difficile a farsi)».
L’elaborata architettura testuale
dei suoi lavori è sempre accompagnata
da una straordinaria musicalità
del verso e, soprattutto nei primi
anni, da uno spregiudicato gusto
per la citazione. L’organismo poetico
ingloba con sapienza i brandelli
altrui nel flusso del suo discorso, ottenendo
una resa letteraria finale di
straordinaria potenza. Le frasi così
campionate e accostate, mai per puro
gioco virtuosistico ma sempre
per indubbie affinità elettive, fanno
venire in mente un altro eccellente
postmodernista, il newyorkese Dj
Spooky That Subliminal Kid che fa
la stessa cosamacon la musica, rivelando
un’attitudine alla composizione
di derivazione decisamente
hip-hop, universo cultural-musicale
al quale Voce è da sempre legato. In
tal senso, poi, il suo modo di dare
voce alle parole sulla e con la musica
è chiaramente rap. Per l’esattezza
è il modo del poeta che si è fatto
rapper, come è successo, pure in anni
recenti, ad illustri colleghi d’oltre
oceano come Saul Williams o Ursula
Rucker. Anche in questo sta l’arditezza
del suo lavoro: tentare, in Italia,
di rendere popular la Poesia.
Con Piccola cucina cannibale l’obiettivo
è stato centrato.v

Lello Voce – Poeta