Chi di voi si ricorda di Bhopal e della Union Carbide?
20.000 morti in pochi giorni, tra il 2 e il 3 dicembre del 1984, e più di mezzo milione di esseri umani che ancora soffrono le conseguenze del più grave tra i disastri provocati dall’industria chimica. Tonnellate di pesticidi hanno inquinato aria, acqua e terra della cittadina indiana che sino ad ora la Union Carbide si è ben guardata dal bonificare, col risultato che a Bhopal di pesticidi si muore anche oggi e si morirà domani. Nel frattempo Warren Anderson, il presidente della Union Carbide, pur inseguito da un mandato di cattura internazionale, si abbronza nella sua villa in Florida, né si ha notizia di alcuna iniziativa del Grande Boscaiolo, Gorge Bush Jr, per deviare qualche pattuglia di marines dalla via del Golfo e sino a casa Anderson, allo scopo di far giungere (magari a calci nel sedere) il signor Warren fino alla prima aula di giustizia indiana, perché risponda dei suoi delitti, di fronte ai quali quelli di qualsiasi terrorista suicida fanno la figura di giochini innocenti per bambini deficienti….
Ho detto Union Carbide, ma avrei dovuto dire Dow Chemicals, il gigante della chimica che ha inventato il Napalm e il DDT, che ha acquisito la Carbide nel 1999 e che si è impegnata a fare terra bruciata attorno a qualsiasi tentativo di ottenere verità e giustizia per le vittime. Ma a questi signori evidentemente l’impunità non basta. Tutti, anche i criminali internazionali, hanno un’anima, una coscienza, uno sviluppato amor proprio. E così la Dow Chemicals, non paga di aver eluso i suoi obblighi per il disastro del 1984, ha deciso che era ora di finirla con le voci indipendenti che da anni denunciano le sue colpe. La verità nuoce all’immagine aziendale. Fare miliardi producendo veleni va bene, ma poi occorre che tutti siano convinti che loro sono buoni. E allora si rivolge a Verio, un provider di banda alta, e fa forti pressioni per chiudere il sito-parodia che il Gruppo Yes Men aveva aperto su TheThing.net, server collocato presso Verio, che ospita anche decine di altri siti di informazione indipendente e arte, tra cui quello del MoMa di New York. Tanto per far capire chi è che comanda e che aria tira per la libera informazione, Verio decide di oscurare non solo il sito-parodia sulla Dow Chemicals, ma tutto TheThing.
Se era un messaggio, è arrivato forte e chiaro. Chi – come me – abita nel raggio di trenta chilometri dal Petrolchimico di Marghera e dal suo fosgene, oggi proprietà anche della Dow Chemicals, può iniziare a trarne le conseguenze…
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