Razos

3 Madrigali muti da Razos

1

Le parole sono finte file, furbe feste del senso,

strade cieche, legacci prepotenti, fame e stenti,

sono tessuti e pelle senza pori, specchi di tappi,

si annodano sciogliendo e ordiscono calappi,

sono le gambe lunghe e le bugie che menti,

trucchi strucchi, falsi, melensi, e fango denso.

Tu resta muta e cruda, non lo dire, non pensarlo:

ascoltane l’odore e carezzando il verso, a respirarlo.

4

Le lettere, gli alfabeti e i segni muti

le carni crude e i gesti già avvenuti

afflitti, smemorati, distratti, consolàti,

immobili, lisci, impressi, inquadernati

come coscritti, burbe, accenti caduti

in fila, coperti d’inchiostro, feriti a morte,

a mano tremante, ad arte, riconosciuti:

lettere tolte a sorte dal sillabario delle aorte.

17

Tre, trentatré, trecentotrentatré, milletré,

per uno, per due, a coppie, in fila per sé,

per mano, di fianco, dietro e davanti, 

stretti, larghi, alti, bassi e, mano a mano,

di più, molti, troppi, pochi, abbondanti

scarsi, tracimanti, allineati a far baccano,

tutti, nessuno, qualcuno, questo e anche l’altro:

ognuno certamente certo d’essere il più scaltro.

Lello Voce – Poeta