Mi rendo conto che la pubblicità è l’anima del commercio. E se è vero che questo nostro mondo è un mondo totalmente commercializzato, allora si può dire che la pubblicità è l’anima del mondo intero. Dunque ha i suoi diritti. Ma c’è un limite. Va bene le interruzioni dei film, che a volte durano tanto da indurre il telespettatore ad un pisolino da cui si risveglia a trasmissione terminata, va bene le interruzioni a singhiozzo delle partite, tanto, almeno per quanto riguarda il nostro campionato, abbiamo appena scoperto che l’unica cosa a non essere ingannevole probabilmente è proprio la pubblicità. Ma questa storia del volume della Tv che si alza d’improvviso al momento degli spot è uno scandalo. Il picco è evidente. Com’è possibile che mentre sto ascoltando questo o quello, io debba precipitarmi di corsa ad impugnare il telecomando ad ogni pubblicità, altrimenti la casa mi si riempie di testimonial bercianti di questo e quello? Per sentirmi di colpo sordo, non appena riprende la programmazione, che è a volume normale e risulta quindi bassissima? Ma la situazione è diventata invivibile anche in Rete. Finita l’epoca degli ingenui pop-up, ormai superati i banner animati, è il momento del banner vigliacco. Basta passarci sul con il mouse, badate ho detto passarci su, e quello scatta a centro schermo come gli esserini di Alien dalla bocca dei posseduti: e via con un video, a volume adeguato. Sono certo che c’è un’ Authority che ha il dover di fare qualcosa contro questo stupro pubblicitario continuato. Ma non so quale sia: hanno dimenticato di farle pubblicità.
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